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Il nostro Miele della Marmilla

Il miele è il più famoso e utilizzato prodotto alimentare delle api. Viene prodotto a partire dalla raccolta del nettare sui fiori.
Le api trasportano il nettare all’alveare dove lo rielaborano chimicamente con sostanze chiamate enzimi. La trasformazioni si completa all’interno delle cellette con la perdita dell’acqua. Le api infine sigillano il miele nelle cellette con un tappo di cera, che permetterà di conservarlo al meglio.

L’Apicoltura in Marmilla

L’apicoltura in Sardegna ha testimonianze antichissime. Il ritrovamento della statuetta di Aristeo (famoso nella mitologia greca per essere il fondatore di Cagliari, ma anche il custode dell’apicoltura e della pastorizia) risalente al V-VII a.C, raffigura il giovane nudo con 5 api poste sul corpo. Ciò ne fa dedurre la devozione per Aristeo da parte dei Nuragici che già all’epoca allevavano le api per ottenere la cera e il miele. In Marmilla, come in tutta l’isola, si è sempre praticata l’apicoltura. Sino agli anni 80 una famiglia su due possedeva un nucleo di api per il fabbisogno di miele.

In Marmilla le arnie venivano fatte con il sughero, essendo appunto un territorio ricco di piante da sughero. Le arnie chiamate anche arnie rustiche o bugno o in dialetto casiddu, erano costituite da un cilindro di sughero con un diametro di 30-45 cm e un altezza dai 60 ai 90 cm, in cui i lembi sono uniti con chiodi di legno i o cuciti con giunco e i pori tappati con argilla o sterco di bovino.
A metà altezza del cilindro 4 fori per infilarci la cosiddetta croce di sostegno dei favi e in alto veniva chiuso con un coperchio sempre di sughero. La raccolta degli sciami veniva fatta sempre con il bugno, disponendolo vicino alle piante e in modo naturale le api entravano dentro, oppure il ramo veniva tagliato e adagiato dentro il bugno.

Una modalità suggestiva adottata specialmente in Marmilla consiste nel catturare lo sciame ancora in volo richiamandolo con battiti e fischi. La raccolta del miele avveniva sul posto mediante il taglio, nella parte superiore della croce di sostegno, dei favi. Un altro metodo di smielatura, considerato più drastico, si praticava con l’allontanamento delle api, prelevando tutti i favi e con pressatura manuale si prelevava il miele. Questa pratica non permetteva di riutilizzare il bugno, perché andava distrutto.

Oggigiorno anche in Marmilla, dopo la regolamentazione del settore, sia l’apicoltore professionista che hobbista utilizzano l’arnia razionale. Ciò, permette trasferimenti più facili, un controllo più completo dello stato della famiglia e anche di gestire meglio gli spazi interni in base alle esigenze della colonia. Inoltre, nelle arnie razionali è possibile anche aggiungere o sottrarre favi in base alla forza della colonia e quindi al numero di api che la compongono.

I Mieli di Marmilla

Miele di Asfodelo

Si presenta da quasi incolore a giallo paglierino e quando cristallizza da colore bianco ad avorio. Leggeri ed eleganti profumi con note floreali che ricordano la pianta. Al sapore è molto delicato e raffinato, ma allo stesso tempo dolce e intenso con una nota acidula. Avendo queste caratteristiche, il miele di Asfodelo si consiglia di non accostarlo a sapori troppo aggressivi, mentre trova l’abbinamento ideale con formaggi non troppo stagionati e delicati.

Miele di Agrumi

Si ottiene per lo più dalle piante di arancio e limone con fioritura ad aprile/maggio. Non ci sono grandi quantità ma viene apprezzato tantissimo. Si presenta da quasi incolore ad un giallo paglierino e quando cristallizza da bianco a perlaceo, beige chiaro. Mediamente intenso di profumi con caratteristiche di fiori d’arancio, con il tempo diventa meno fresco e floreale, più fruttato simile alla marmellata di arancio. Al sapore si presenta normalmente molto dolce con qualche nota acidula, intensità di aroma che rispecchia la descrizione olfattiva. Si abbina molto bene con gli yogurt, formaggi freschi o anche con del semplice pane di grano duro come il carasau, ideale con le tisane, dove l’aroma floreale si esprime nel suo massimo splendore.

Miele di Sulla

Si presenta da quasi incolore a giallo paglierino e quando cristallizza da bianco a beige chiaro. Poco intenso, quasi neutro con sentori leggeri di paglia ed erba secca. Al sapore si presenta mediamente dolce e delicato con aroma di fieno, noci fresche, quasi di torrone. Cristallizza con granuli fini facilmente solubili. Si consiglia l’abbinamento è con la ricotta fresca e con formaggi freschi.

Miele di Cardo

Si presenta si colore da un ambra chiaro ad ambra con tonalità arancio e fluorescenza verde e quando cristallizza da beige chiaro a beige scuro con tonalità gialle ed arancio. Di intensità olfattiva medio –alta con profumi caratteristici e note floreali-fruttate e una nota animale che ricorda i fiori di crisantemo. Al sapore dolce e acido con un retrogusto amaro più o meno intenso, leggermente astringente con intensità dell’aroma di media fattura. Al palato si presenta subito floreale/fruttato, poi rapidamente animale e infine farina di pesce ed è abbastanza persistente. La cristallizzazione avviene in cristalli di medio-grossi. Per gli amanti del miele con caratteristiche precise. Il miele di cardo della Sardegna con il suo sapore deciso è l’ideale per accompagnare formaggi stagionati e piccanti.

Miele di Eucalipto

Si presenta da ambrato chiaro a scuro e quando cristallizza beige grigiastro. All’ olfatto abbastanza intenso con profumi caratteristici, aggressivo, di funghi secchi, di liquirizia, di affumicato, di caramello. Al gusto si presenta da normale a medio dolce con aroma di media intensità e richiama le sensazioni olfattive. Questo tipo di miele, molto utilizzato per la realizzazione del torrone di Sardegna, per via delle sue caratteristiche. Il miele di eucalipto é ottimo con le tisane e ideale con i formaggi di media stagionatura.

Miele di Corbezzolo

Molto pregiato per la sua rarità e caratteristiche. Si presenta di colore ambra e quando è cristallizzato color nocciola. All’olfatto di media intensità con molto carattere, pungente, di cuoio bruciato, di erbe ma soprattutto di fondi di caffè. Al sapore poco dolce inizialmente, poi decisamente amaro, astringente con media intensità, caratteristico e molto simile all’olfatto. La cristallizzazione è cremosa e di buona solubilità. Un miele dal sapore amaro che lo rende unico. Un buon abbinamento per contrasto si consiglia di utilizzarlo con la seada, il dolce sardo per eccellenza, mentre un abbinamento per affinità si consiglia con i carciofi e i cardi sardi.

Miele di Castagno

Si presenta di colore ambrato più o meno scuro con cristallizzazione molto lenta. Ha una decisa intensità di profumi molto caratteristico, aromatico, pungente, vegetale, con note amare che ritroviamo nel sapore. Avendo delle note amare è ottimo con le seadas o con altri dolci per un abbinamento da contrasto.

Miele di Trifoglio

Si presenta da quasi incolore a giallo paglierino e quando cristallizza da bianco a beige chiaro. I suoi profumi sono equilibrati, eleganti e delicati che si confermano al palato. Può essere utilizzato da solo, come dolcificante ma trova l’ideale abbinamento con la ricotta e formaggi freschi.

Miele Millefiori

È un prodotto non uni-floreale, proprio per questo ogni millefiori possiede proprie caratteristiche dal risultato variabile e straordinario. il colore varia da chiaro a scuro in base alla zona di produzione, con intensità di profumi sempre molto piacevoli, così come il suo sapore. Il millefiori è una tipologia di miele che piace a tanti per la sua versatilità con i diversi abbinamenti con il cibo.

I Benefici

Il miele è l’ideale per rispondere ai bisogni di energia delle nostre giornate, sempre più frenetiche e dispendiose.

 

Composto principalmente da zuccheri, sali minerali, enzimi e vitamine B e C, il miele è un alimento sano e completo, utilizzabile anche per zuccherare i cibi.

Le api

In Italia l’ape più diffusa è l’Apis Mellifica Ligustica Spin o Ape Italiana. È un’ape molto produttiva e docile, tra le più apprezzate al mondo.

Le api non sono insetti aggressivi, ma pungono solo per difesa. Il pungiglione ha una forma seghettata e per questo rimane conficcato nei tessuti “elastici” come la pelle ad esempio, e questo causa la morte dell’ape. In caso di puntura è necessario estrarre subito il pungiglione e raffreddare la parte colpita.

Come viene suddivisa la colonia di api?

Le operaie

Esemplari femminili, le più numerose, che non sono predisposte per la fecondazione (sterili) e svolgono quasi tutte le mansioni all’interno e all’esterno del nido; costruiscono i favi con la cera, si occupano della nutrizione della covata e della regina, puliscono l’alveare e ne mantengono la temperatura costante, esplorano, bottinano, producono e immagazzinano le scorte alimentari, miele e polline, immunizzano il nido con la propoli, e lo difendono.

I fuchi

Esemplari di sesso maschile la cui funzione principale è partecipare alla fecondazione delle regine.

La regina

Unico esemplare femmina all’interno della famiglia in grado di deporre uova fecondate e garantirne la riproduzione; la sua presenza e l’emissione del feromone reale sono determinanti per la coesione della colonia.

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Com’è fatta un’ape?

  • Lunghezza

    dai 12 ai 20mm
  • Vita

    dai 30 giorni ai 5 anni

Il corpo dell’ape si suddivide in capo, torace e addome.
Sul capo ogni ape ha due antenne che le permettono di toccare e riconoscere gli oggetti, percepire odori, sapori. Le antenne permettono inoltre di percepire la temperatura e il grado di umidità nell’aria.

 

Gli occhi delle api, composti da due di grandi dimensioni e tre piccoli occhi detti ocelli, le consentono una vista quasi a 360°

 

La bocca le permette di leccare e aspirare il nettare dai fiori ma non di mordere e tagliare.

 

Nel torace sono disposte 2 paia di ali e 6 zampette adatte alla raccolta del polline e per la pulizia. In fondo all’addome infine troviamo il pungiglione, che utilizzano per difendere loro stesse e la famiglia. Il corpo delle api è protetto da una speciale corazza detta “cuticola”.

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